Oggetto: lavori all'interno della Riserva.
Nel contesto di un dialogo che intendiamo debba essere costruttivo
e per quanto possibile diretto, senza filtri o echi sui mass media,
vogliamo sottoporre alla Sua attenzione alcune nostre riflessioni innescate
dallo svolgimento, all'interno del perimetro della Riserva, di alcuni
lavori che definiamo invasivi.
PARCO LA GOLENA
All'altezza del Parco La Golena l'alveo del fiume Candigliano è
stato rimodellato, ma sulla base di elementari ragionamenti ci pare
di poter commentare quanto segue:
. la tipologia delle sponde, prima dell'intervento, era adatta al mantenimento
in loco di alcune specie faunistiche, come gli uccelli limicoli (airone
cenerino soprattutto) che in quella condizione potevano alimentarsi,
e per i pesci della famiglia salmonidi;
. trattandosi appunto di area golenale, cioè soggetta per natura
ad esondazioni per giunta necessarie, appare assai probabile che un
intervento di ricollocazione del materiale ciotoloso e limoso sarà
soltanto temporaneo in quanto le piene dei prossimi mesi non potranno
far altro che ridistribuire ghiaia e fango probabilmente nello stesso
modo in cui si trovavano prima dell'intervento;
. i lavori di scavo, esportazione e spargimento del materiale hanno
fatto si che per alcuni giorni, vista la presenza continua dei mezzi
meccanici e del rumore che questi producevano, l'area in questione sia
stata spesso interdetta a gran parte della fauna e tutto ciò
ha certamente svantaggiato l'approdo e la permanenza all'interno della
Riserva di quegli animali in corso di fluttuazione a causa dell'inizio
della stagione venatoria.
In definitiva, appare quanto meno preoccupante che la Commissione abbia
comunque vagliato quest'intervento lasciando ad una Valutazione di Incidenza
la possibilità di determinare (come successo) l'autorizzazione
all'inizio del lavori.
Gli errori voluti o non voluto che di seguito si sono registrati nell'iter
che avrebbe dovuto portare all'autorizzazione eventuale e definitiva
da parte della Riserva, sono il segno di una sottovalutazione di certi
enti (Comunità Montana, Comuni) nei confronti dell'Area Protetta
e dei suoi delicati equilibri.
MONTE PIETRALATA
Sono ancora in corso di svolgimento i lavori attesi da tempo sul Pietralata
(versante occidentale) riguardanti la sistemazione dell'area incendiata
nei primi anni 90.
Al di la di quale sia la provenienza dell'ingente stanziamento economico
o quale sia stata in passato la redazione del progetto, alla luce di
quanto è già riscontrabile di questo intervento e sulla
scorta di quale fosse l'habitat negli anni riformatosi, facciamo notare
alcune contraddizioni:
. a distanza di oltre 10 anni dall'incendio la maggior parte dell'area
era ed è interessata da una naturale ricolonizzazione di arbusti
e alberi, per cui appare quanto meno intempestivo un investimento di
tale proporzioni;
. in corrispondenza della pineta bruciata, quasi tutti gli esemplari
rimasti a terra a decomporsi hanno finito, nel loro insieme, per creare
una nicchia adatta alla riproduzione (caprioli, allodole), all'alimentazione
(rettili, uccelli rapaci e insettivori) e al rifugio (lepri). La loro
rimozione provocherà, rispetto alla fauna selvatica, danni della
stessa portata di quelli dell'incendio;
. all'incendio erano scampati alcuni piccoli nuclei di bosco, per lo
più formati da cipressi, ed ora neppure di questi vi è
più traccia. Nel contesto di un'area in buona parte spoglia di
vegetazione arborea, queste piccole macchie di verde, per quanto conifere
alloctone, rappresentavano e avrebbero rappresentato ancora per molti
anni, le sole occasioni di riparo per la fauna. Senza calcolare che
nel caso dei nuclei più grandi di queste sempreverdi, la loro
repentina asportazione potrebbe consentire il riprendersi di quei processi
erosivi che erano stati la causa della loro passata piantumazione. Più
logico crediamo sarebbe stata raderli al suolo nel momento in cui la
vegetazione autoctona avrebbe raggiunto uno sviluppo tale da costituirne
l'alternativa;
. era stato appreso con soddisfazione che del progetto avrebbe fatto
parte la realizzazione di punti d'acqua. Tuttavia il piccolo lago che
è stato creato nella parte bassa del versante ha il difetto di
essere a breve distanza da uno specchio d'acqua naturale già
esistente (per cui piuttosto inutile in funzione di una maggiore disponibilità
d'acqua per la fauna selvatica o gli animali al pascolo), e la recinzione
che lo circonda (ancora non del tutto completata) lascia presagire che
non si tratti, come si sperava, di un'opera volta alla salvaguardia
degli aspetti faunistici e il consgeuente mantenimento in loco di alcune
specie (ungulati) che nel periodo di siccità invece escono dall'area
protetta con tutto ciò che ne consegue. Inoltre occorre considerare
che un punto d'acqua del genere, se comunque fosse reso disponibile
alla fauna selvatica, trovandosi a poche decine di metri dalla strada
finirebbe per rappresentare un comodo ricettacolo per l'attività
del bracconaggio;
. per consentire un più rapido procedere dei lavori e l'utilizzo
di camion, le strade che percorrono l'area sono state sistemate e oggi
possono effettivamente essere percorse da chiunque. Anche carraie che
nel tempo erano divenuto impraticabili e quindi impraticate sono di
nuovo percorribili. Non si vuol mettere in dubbio la necessità
di avere in buono stato le vie di comunicazione all'interno della Riserva,
ma nella maggior parte dei casi questo aspetto riteniamo debba essere
importante unicamente per eventuali emergenze antiincendio o per periodiche
ronde di sorveglianza. Ci aspettiamo che le strade di questo settore
della Riserva, come quelle di tanti altri settori, siano al più
presto poste sotto tutela con sbarre.
In conclusione vorremmo da un lato complimentarci per l'organizzazione
dell'iniziativa "Conversazioni d'estate" e per tutte quelle
proposte atte alla conoscenza e alla divulgazione di un sentimento ambientalista
che in futuro siamo convinti la Riserva continuerà a fare.
Dall'altro lato vogliamo e dobbiamo nuovamente ribadire l'importanza
di approntare un migliore sistema di vigilanza sulle 24 ore essendo
ormai provata la resistenza del bracconaggio nelle ore della sera, nelle
prime ore della notte e il mattino all'alba; per lo stesso motivo l'intero
sistema viario và riprogettato e alcune strade di accesso alle
zone più delicate e meno controllabili vanno al più presto
vietate al traffico veicolare.
Inoltre, sul piano della ricezione turistica sono stati eseguiti lavori
di sistemazione delle strade, dei muri di sostegno, oltre all'installazione
di guard-rail e piazzole attrezzate, ma non riusciamo tuttavia a cogliere
appieno la necessità impellente di queste opere. Crediamo, in
questo senso, che dal punto di vista della conservazione degli ambienti
sarebbe o per meglio dire sarebbe stato più conveniente evitare
di creare i presupposti affinchè il turista potesse arrivare
ovunque in auto, ma semmai dovevano essere individuate solo alcune aree
di sfogo (Rif. Pradella sul Paganuccio, Rif. Furlo e Chiesa di Pietralata
sul Pietralata) e fino a lì indirizzare il turista. E poi occorre
rivedere e risistemare la sentieristica per gli escursionisti. Ma soprattutto
dovrebbe essere migliorata e ampliata la scelta del turista nel fondovalle,
in modo che questi non senta neppure la necessità di salire in
auto sui monti; perciò un Centro Visite più interessante
(con diorami e un plastico) e soprattutto con la creazione di un marciapiede
lungo la Flaminia, all'interno della Gola; un'opera tanto sperata quanto
necessaria, indispensabile per la sicurezza di coloro che vogliono apprezzare
gli scorci panoramici e l'atmosfera della Gola, senza calcolare che
tra essi ci sono centinaia di bambini delle scuole.
Sperando di aver fatto cosa gradita fornendo nuovi elementi di analisi,
rimaniamo a disposizione per qualsiasi chiarimento e porgiamo distinti
saluti. Buon lavoro.
Acqualagna 24.09.04
IL CONSIGLIO DIRETTIVO